Giustamente, avete ragione. Io scelgo di fare il contadino prima di tutto perché mi piace. Fare un discorso di questo tipo generalizzandolo sarebbe una follia. Ciò che serve è prendere, anzi riprendere coscienza del consumo. Se, legittimamente, non si ha nemmeno il più lontano desiderio di praticare l'autoproduzione, è giusto che ci si accordi con i produttori vicini per organizzare il proprio approvvigionamento. Ognuno scelga o continui a fare il proprio lavoro!
Questo è un discorso che coinvolge tutti, produttori e consumatori. Si tratta di un cambiamento graduale e apparentemente innocuo. Fermando il flusso di cui si nutrono le varie sanguisughe piazzate in mezzo al mercato, tutto avviene da sé: esse o si convertono o muoiono.
Nessuno sta parlando di trasformare il mondo in una società contadina. Il lavoro contadino però deve essere valorizzato. Il contadino è in qualche modo il “sacerdote della terra”, un mediatore tra la vita della terra e la vita dell’uomo.
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