domenica 21 marzo 2010

E voi direte: ma chi se ne frega dell'orto!

Giustamente, avete ragione. Io scelgo di fare il contadino prima di tutto perché mi piace. Fare un discorso di questo tipo generalizzandolo sarebbe una follia. Ciò che serve è prendere, anzi riprendere coscienza del consumo. Se, legittimamente, non si ha nemmeno il più lontano desiderio di praticare l'autoproduzione, è giusto che ci si accordi con i produttori vicini per organizzare il proprio approvvigionamento. Ognuno scelga o continui a fare il proprio lavoro!
Questo è un discorso che coinvolge tutti, produttori e consumatori. Si tratta di un cambiamento graduale e apparentemente innocuo. Fermando il flusso di cui si nutrono le varie sanguisughe piazzate in mezzo al mercato, tutto avviene da sé: esse o si convertono o muoiono.
Nessuno sta parlando di trasformare il mondo in una società contadina. Il lavoro contadino però deve essere valorizzato. Il contadino è in qualche modo il “sacerdote della terra”, un mediatore tra la vita della terra e la vita dell’uomo.

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