mercoledì 14 aprile 2010

Il lavoro positivo - lavoro e religione

Perchè il mondo premoderno intendeva il lavoro in modo diverso rispetto a quello attuale?

Oggi il significato della parola lavoro coincide con quello di lavoro negativo.
Vi sono state epoche storiche nelle quali però il lavoro era connotato diversamente, in un modo che potremmo chiamare positivo.
Questa connotazione differente era data da una triplice interazione fra le sfere del lavoro, della religione e dell'arte. Quei confini che oggi separano così ermeticamente questi ambiti, un tempo erano più vaghi e permeabili, tanto che l'autonomia di ogni sfera si fondava solo sulla contaminazione con le altre due.
L'idea di lavoro del mondo premoderno quindi non coincideva assolutamente con il concetto di puro lavoro; questo modo di concepirlo sarebbe apparso come un'astrazione insensata.
Il mondo premoderno infatti era profondamente modellato da una concezione religiosa dell'esistenza in tutti i suoi aspetti. Il tempo quotidiano profano non era l'unica modalità temporale conosciuta dagli antichi; essi conoscevano anche il tempo sacro e nella loro esperienza generale del tempo questi due aspetti non erano rigidamente contrapposti ma interconnessi, orientati l'uno sull'altro.
Poiché la concezione del tempo e quella del lavoro sono legate indissolubilmente, essendo la seconda un calco della prima, se nella società moderna al concetto di puro lavoro corrisponde un monopolio totale dell'aspetto profano del tempo, nella società antica, in linea con una concezione del tempo dualistica e non più univoca (tempo sacro-tempo profano), ci troveremo di fronte a una concezione religiosa del lavoro.
Questo significa che il lavoro, pur facendo parte del tempo profano, era come questo interpretato e orientato sul piano del tempo sacro.
Il lavoro quindi, assumendo una funzione quasi rituale, non era mero tempo strumentale da negare perchè privo di alcun valore, ma era significativo in se stesso, poiché si inseriva nell'edificio concettuale religioso assumendo la funzione di simbolo evocatore di miti.
Casi esemplari a questo titolo sono tutti i riti connessi all'agricoltura (pensiamo ai riti della fertilità); da questi è facile comprendere come tutto il lavoro contadino era interamente sussunto sul piano religioso e assumeva valore rituale. Questo tipo di lavoro, essendo caratterizzato non più dalla negazione del tempo, ma all'opposto dalla sua piena affermazione, si può definire quindi positivo, poiché in esso non si concepisce il tempo del lavoro come privo di valore, come uno strumento, ma come avente valore di per sé stesso.
Nel primo caso il tempo del lavoro deve durare il meno possibile, meglio sarebbe se si eliminasse del tutto; nel secondo caso esso deve durare “il suo tempo”, perchè esso è pienamente voluto in quanto simbolo del tempo sacro.
Ma nel mondo antico vi è un'altra sfera, anch'essa già da sempre cooriginaria a quella religiosa, che si sovrapponeva e si confondeva con quella del lavoro: il mondo dell'arte.

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